Ostuni la Bianca Bellezza

 

Ostuni-Bianca-Bellezza Ho sempre pensato che questa città sia una caduta di latte sul seno dell’Appennino. E io che difendo la bellezza, per la prima volta ho avuto paura”, così lo scrittore e poeta Tonino Guerra parlò di Ostuni raggiunta nel 2010 come ospite di una rassegna letteraria.
L’immagine del bianco che spunta da quei 229 metri di altezza non può prescindere da ciò che l’ha resa famosa in tutto il mondo. “Il paese più bianco del mondo” titolava 72 anni fa un articolo del “Tempo Illustrato” a firma del giornalista Ettore Della Giovanna che nell’agosto del 1941, di passaggio da Ostuni, rimase abbagliato al punto da scrivere: “Qui le case sono bianche, di latte e di calce, sono bianche fino a far male agli occhi, sono candidi i muri, le finestre, le porte, le scale, la polvere è di gesso, forse anche la pianta e l’aria. Tutto è bianco fino all’assurdo”. Tantissimi altri scrittori, esploratori, giornalisti e turisti continuano ad innamorarsi di questo affascinante paese così diverso dai comuni del Salento, così vicino al mare e alla collina da essere visto da più latitudini e così bianco da accecare.

Già, ma poi perché così bianco? L’usanza di dipingere di calce bianca strade e case risale all’antichità e aveva fini igienici.

Risale tutto intorno al 1800 quando Ostuni fu dilaniata da un periodo di siccità che provocò epidemie e carestie. Gli stessi abitanti pensarono di poter arginare i rischi da infezioni, malattie e sopratutto dalla peste imbiancando i vicoli e le case del borgo con la calce, ritenendo che ciò disinfettasse. Ancora oggi le pietre di calce racchiuse nei sacchi vengono gettate in pozzi e cisterne per la purificazione delle acque pluviali raccolte.

Cosa visitare nel centro storico della Città Bianca?

Tra i posti più belli da visitare nel borgo c’è un rione chiamato “lu spessìte” (togliere la e quando lo si pronuncia) di cui fanno parte strade come via Balsamo de Landria, vico Clemente Brancasi, vico Villanova. Il nome del quartiere proviene dall’aggettivo latino “spissus” che significa addensato, infittito.
Di fatti quando si finisce ne “lu spessite” ostunese vuol dire che si è in un groviglio di strade anguste, tortuose, dove le casette sono ammassate, spesso scavate nella roccia, prive di aria e di luce, talvolta tuguri sovrapposti e addossati e che in passato ospitavano uomini e animali insieme.

Tappa obbligatoria è la Cattedrale situata sul punto più alto del paese. Intitolata alla Madonna dell’Assunta, rappresenta una delle più importanti testimonianze dell’architettura del Primo Rinascimento in Puglia. Fu dichiarata monumento nazionale del 1902 e nel 2011 è stata proclamata Basilica Minore. Tra gli elementi peculiari del bellissimo tempio in pietra gentile eretto tra il 1469 e il 1500 c’è senza dubbio la facciata di stile gotico-romano e un rosone tra i più belli della Puglia e tra i più grandi al mondo.

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