Cavalcata a Ostuni. Tra i riti più belli: la Vestizione

 
Il rito della vestizione

Il rito della vestizione

Tutti conoscono la celebre Cavalcata di Sant’Oronzo, ma sarebbe bello per un turista assistere al momento della vestizione e bardatura del cavallo, da quando lo spazzolano per la festa a quando anziane donne salgono su una sedia e, munite di “descetàlu” (il ditale), cuciono la trina lungo l’orlo della mantello del puledro. Per chi avesse assistito alla Cavalcata, ma non al rito della bardatura, ecco il post che vi racconta questi momenti preparatori della celebre festa ostunese.

Luminarie e Cavalcata_Foto Salvatore Valente.

Luminarie e Cavalcata_Foto Salvatore Valente.

Anziana donna assiste da casa la vestizione

Anziana donna assiste da casa la vestizione

Alcune signore vestite di nero spazzolano la coda voluminosa del cavallo. Altre sedute l’una di fianco all’altra cuciono una trina bianchissima.
Sono le ore che anticipano la Cavalcata, solenne e plurisecolare tradizione che ogni anno si rinnova per celebrare Sant’Oronzo, protettore di Ostuni dalla II metà del XVII secolo. Quasi quaranta cavalli percorrono le vie principali della città scortando la statua d’argento del Santo.
La gran parte dei partecipanti si tramanda di padre in figlio l’onore di far parte del drappello di scorta.

Vestizione in una corte ottocentesca di Ostuni

Una famiglia di un cavaliere intenta alla bardatura del loro cavallo

Tutto ha inizio alle tre del pomeriggio del 26 di agosto di ogni anno. In molte corti di case antiche dei borghi ottocenteschi di Ostuni e nel centro antico della Città Bianca si può assistere alla vestizione del cavallo. Tutta la famiglia del cavaliere è impegnata alla bardatura del cavallo che sfilerà a partire dalle 18 lungo le vie cittadine.

Ago e filo per gli ultimi dettagli alla trina del mantello

Ago e filo per gli ultimi dettagli alla trina del mantello

“Lu descetàlu, lu descetàlu. Chi ha preso lu descetàlu?”: è questo ciò che sentirete urlare.
Sono le voci delle moglie, delle madri, delle nonne dei cavalieri che cercano il ditale, l’anello prezioso con cui cucire. Sono gli ultimi ritocchi al mantello del cavallo. Con una piccola saponetta ammorbidiscono l’ago e pazientemente annodano i fili di una tradizione. La fede attraversa il velluto intarsiato con swarovski e pizzi merlati.

Alle 17 tutto è quasi pronto. Mancano solo il pennacchio, le coccarde lungo la criniera e l’ultima spazzolata.
Alle 18 il cavaliere salirà sulla sua groppa per celebrare il Santo che da una roccia fece il miracolo di far sgorgare acqua, dando refrigerio a tutta la città.

Vestizione cavaliere

Vestizione cavaliere

Gli ultimi minuti sono dedicati al cavaliere, che rientrato in casa dopo aver collaborato alla bardatura del cavallo, si lascia aiutare dalle donne di casa. Come i cavalli, anche i cavalieri sono in divisa. Una divisa che richiama il periodo napoleonico: casacca rossa, pantaloni bianchi, cappello cilindrico con pennacchio bianco-rosso, gualdrappa rossa trinata di bianco.

Uno dei cavalieri è quasi pronto

Uno dei cavalieri è quasi pronto

Seguono attimi di concentrazione e un ultimo sguardo al panorama della valle di Ostuni, prima di incamminarsi verso Piazza della Libertà.

In marcia verso la Cavalcata

In marcia verso la Cavalcata

Le Donne della Cavalcata

Le donne della cavalcata

Le donne della cavalcata

Le donne delle famiglie dei cavalieri hanno un ruolo fondamentale durante i preparativi e nei giorni successivi alla Cavalcata.
Sono loro che la notte del 26 di agosto, mentre il cielo si illumina di fuochi d’artificio, iniziano a scucire le trina e i pizzi merlati che decorano la gualdrappa del puledro. Scuciono tutto per conservare ogni stoffa con cura. Per poi tirarle fuori l’anno dopo quando la festa sarà vicina. Una tradizione e un rito che si celebrano di anno in anno sempre con la stessa gioia e la stessa cura.